3 giugno 2012 – «Ci dicono che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità? Non certo i minatori del Sulcis». «In Sardegna potreste vivere di cose meravigliose, avete cultura, turismo, sole e vento. Dobbiamo solo cominciare a dire che quest’isola può essere autosufficiente in tutto. Trovatevi un Gandhi, anche un malato, che vi liberi. Poca gente vi sta rovinando la qualità della vita». Così Beppe Grillo ha arringato le centinaia di persone che stasera hanno gremito ad Alghero piazza della Mercede per ascoltare la presentazione dei candidati del Movimento 5 Stelle, in testa la candidata sindaco Giorgia Di Stefano.

«Frequento la Sardegna da 40 anni», ha raccontato Grillo. «Con De Andrè andavamo in giro con i pastori. Erano dei geni. Ci sono scultori che fanno parlare le pietre. Ci sono persone straordinarie», ha aggiunto citando a più riprese il leader indipendentista Gavino Sale, in particolare, per le battaglie a favore degli agricoltori strozzati dai debiti. «Sapete perchè siete straordinari?», ha poi scherzato: «Perchè nel dna avete un pò dei genovesi, un pò dei Doria che poi vi hanno svenduto agli aragonesi. Il debito l’abbiamo inventato noi. Il vostro sindaco ha solo comprato hedge fund, senza sappere neppure cosa sono, e vi ha indebitato».

«Alle mie spalle c’è la vera novità», ha detto Grillo, indicando i candidati in corsa per il consiglio comunale. «Il movimento 5 stelle è un’idea di democrazia dal basso. Vogliamo far entrare un paio di ragazzi. Ognuno di loro si è messo in gioco. Ognuno di noi deve rischiare qualcosa. Ci siamo vergognati per 15 anni di essere italiani, abbiamo fatto una bancarotta cerebrale. Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità? Così ci fanno credere. Ma certo non è capitato ai minatori del Sulcis». «Basta un pò di razionalità e mandare questa gente a casa. Alghero», ha ripreso Grillo parlando della città catalana, «è bellissima. Se cominciano a costruire alberghi, albergastri, resort, palazzi la rovinano. Non avete neppure un puc. Dall’83 non ce l’avete. Noi vi promettiamo che ci sarà».

La Nuova Sardegna